Senza telefono


Non si finisce mai di imparare. La lezione dell’estate 2021 è: “non mettere il cellulare nella tasca dei pantaloncini quando sei in moto”.

Sopraelevata, Genova. Percepisco che il telefono è in posizione instabile, ma penso che tutto sommato si tratti di un’instabilità accettabile.

Dopo quindici minuti, giunto a destinazione, realizzo che il telefono non è nella mia tasca.

Segue (in breve): ricerca poco motivata, denuncia, blocco, acquisto di nuovo telefono e acquisizione di nuova sim. Nel frattempo è un continuo peregrinare (virtualmente) su tutti i siti che richiedono autenticazione “forte” e che risultano inaccessibili senza accesso al numero personale.

Per qualche giorno perdo l’accesso ai social network, la possibilità di acquisti online, il controllo sul mio denaro, la mia identità online tramite spid, pure il green pass… e chissà quante altre applicazioni che uso quotidianamente vengono bloccate.

Alla (lentissima) riattivazione fatta da Fastweb segue una serie di noiosissime procedure di ri/registrazione e autenticazione, che prende qualche ora spalmata nei giorni successivi.

Quale è la morale, quale l’insegnamento? 1) Siamo dipendenti dal telefono, non solo per scopi voluttuari. 2) La tasca dei pantaloncini non è affidabile 3) La prossima volta lo perderò carico, in modo da testare i favolosi servizi di localizzazione Apple

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